mercoledì, maggio 31, 2006
martedì, maggio 30, 2006
Google è il mondo, Google è la verità; il blog che state leggendo, l'unico sito che può dare una risposta.
Intervista shock di Oriana Fallaci: non le piace Fellini.
lunedì, maggio 29, 2006
Non possiamo non dirci mafiosi (tratto da Il Martedìale del 29 maggio 2011)
"Salutiamo con favore questo terzo successo elettorale (...) Abbiamo sempre convintamente sostenuto, dalle colonne di questo piccolo ma combattivo foglio culturale, la sua candidatura, fino alle estreme conseguenze, fino a riconoscere che non possiamo non dirci mafiosi, ricorrendo al vocabolario dei moralizzatori dalla manetta facile, dei rancorosi professionisti della bontà. Mafiosi, con orgoglio: anche se la mafia non esiste. Più. (...) Alla Tatcher servirono due mandati per fare la rivoluzione conservatrice, tre saranno sufficienti a C. per combattere il vero male che attanaglia la terra di D'Arrigo e Sgalambro: il traffico. (...) Non condividiamo certe misure veterokeynesiane a sostegno dell'occupazione né la passione smodata per i cannoli, eppure C. non poteva essere presidente migliore, perché bisogna saper interpretare le tradizioni, deprecare il sistema è inutile e ipocrita, non c'è futuro se si recide il legame con il passato (...) E' necessaria una maniera diversa di intendere il rapporto tra stato e criminalità organizzata (...) Tucson, Arizona, 23 febbraio 1958, chiesa Ss. Pietro e Paolo: John Fitzgerald Kennedy e Jospeph Bonanno insieme, ad ascoltare la messa (...) Piaccia o no, quella che i benpensanti hanno cristallizzato nei truculenti simboli del cinema americano o nelle abusate immagini da comizio dei capipopolo è una delle realtà produttive più importanti del paese, una locomotiva per lo sviluppo; pur legittima da un punto di vista costituzionale, la mancanza d'attenzione verso questo dato nelle recenti nomine di alcune alte cariche istituzionali appare irrispettosa della volontà popolare (...) Un cristiano emotivo ma sempre un uomo vero, non un mezzouomo né tantomeno un quaqquaraqquà."
"Salutiamo con favore questo terzo successo elettorale (...) Abbiamo sempre convintamente sostenuto, dalle colonne di questo piccolo ma combattivo foglio culturale, la sua candidatura, fino alle estreme conseguenze, fino a riconoscere che non possiamo non dirci mafiosi, ricorrendo al vocabolario dei moralizzatori dalla manetta facile, dei rancorosi professionisti della bontà. Mafiosi, con orgoglio: anche se la mafia non esiste. Più. (...) Alla Tatcher servirono due mandati per fare la rivoluzione conservatrice, tre saranno sufficienti a C. per combattere il vero male che attanaglia la terra di D'Arrigo e Sgalambro: il traffico. (...) Non condividiamo certe misure veterokeynesiane a sostegno dell'occupazione né la passione smodata per i cannoli, eppure C. non poteva essere presidente migliore, perché bisogna saper interpretare le tradizioni, deprecare il sistema è inutile e ipocrita, non c'è futuro se si recide il legame con il passato (...) E' necessaria una maniera diversa di intendere il rapporto tra stato e criminalità organizzata (...) Tucson, Arizona, 23 febbraio 1958, chiesa Ss. Pietro e Paolo: John Fitzgerald Kennedy e Jospeph Bonanno insieme, ad ascoltare la messa (...) Piaccia o no, quella che i benpensanti hanno cristallizzato nei truculenti simboli del cinema americano o nelle abusate immagini da comizio dei capipopolo è una delle realtà produttive più importanti del paese, una locomotiva per lo sviluppo; pur legittima da un punto di vista costituzionale, la mancanza d'attenzione verso questo dato nelle recenti nomine di alcune alte cariche istituzionali appare irrispettosa della volontà popolare (...) Un cristiano emotivo ma sempre un uomo vero, non un mezzouomo né tantomeno un quaqquaraqquà."
sabato, maggio 27, 2006
Buona visione e buon voto.
venerdì, maggio 26, 2006
Nuovi brani nella blog radio (cliccare su zap!): La verità sul tennis dei Virginiana Miller, Orbetello di Flavio Giurato, Il re del mondo di Franco Battiato, Modena Park di Ivan Graziani interpretata da Petra Magoni, M'importa 'na sega dei CSI e soprattutto L'apparenza di Lucio Battisti, per ricordare la sua indimenticabile collaborazione con Pannella, tuttora colpevolmente rimossa dalle oligarchie televisive del regime canzonettaro sanremese ma celebrata da un recente supplemento di Medicine show.
Avendo nominato Serge Latouche ministro dell'economia non posso esimermi dal linkare questo post intorno al mantra della "crescita, crescita, crescita" e relativi commenti.
I falsi appunti del duello televisivo non erano male, ma ora che è all'opposizione che senso ha prendere in giro B. con una lettera finta?
"E' la volta del gruppo di Totino. Indossa una bella camicica, color verde bottiglia (...) si è rapato a zero (...) Totino schiaccia i due pedali, il flanger, mi pare, e il distorsore (...) Si gira verso gli altri, sorride, il batterista batte il tempo. Viaggiamo." (Per sempre giovane - Gianni Biondillo). Chi l'avrebbe detto che diciassette anni dopo...
La Fiera del Libro di Imperia Porto Maurizio (da Imperiaparla.net)
Venerdì 2 giugno a partire dalle 11.15:
Percezioni d'Oriente di Eligio Imarisio. La casa del Priore di Lilli Luini e Maurizio Lanteri. Lezioni Psicoanalitiche di Edoardo Sanguineti. La bellezza interiore di Diego Dalla Palma. La città delle Palme di Attilio Cavagnaro.
Sabato 3 giugno a partire dalle 10:
Quattro giorni per non morire di Marino Magliani. Il Profeta del Reich di Massimo Polidoro. La Provincia di Imperia, storia, arti e tradizioni di Andrea Gandolfo. Il breviario spirituale di Bruno Martinetti di Anacleto Verrecchia. Rosso Corallo di Sveva Casati Modignani. Venezia quotidiana di Carla Coco.
Domenica 4 giugno a partire dalle 15:
Taci e suona la chitarra di Achille Maccapani. I segreti dei giardini Hanbury di Andrea Becca. Di viole e liquirizia di Nico Orengo. Per sempre giovane di Gianni Biondillo.
Venerdì 2 giugno a partire dalle 11.15:
Percezioni d'Oriente di Eligio Imarisio. La casa del Priore di Lilli Luini e Maurizio Lanteri. Lezioni Psicoanalitiche di Edoardo Sanguineti. La bellezza interiore di Diego Dalla Palma. La città delle Palme di Attilio Cavagnaro.
Sabato 3 giugno a partire dalle 10:
Quattro giorni per non morire di Marino Magliani. Il Profeta del Reich di Massimo Polidoro. La Provincia di Imperia, storia, arti e tradizioni di Andrea Gandolfo. Il breviario spirituale di Bruno Martinetti di Anacleto Verrecchia. Rosso Corallo di Sveva Casati Modignani. Venezia quotidiana di Carla Coco.
Domenica 4 giugno a partire dalle 15:
Taci e suona la chitarra di Achille Maccapani. I segreti dei giardini Hanbury di Andrea Becca. Di viole e liquirizia di Nico Orengo. Per sempre giovane di Gianni Biondillo.
Edizione straordinaria
E' arrivato il caldo.
E' arrivato il caldo.
sabato, maggio 20, 2006
...
"Caro direttore, Fattisentire.net, un portale cattolico «per una valutazione etica della politica» (si legge nel «Chi siamo» del sito) ha diffuso nei giorni scorsi la seguente newsletter: «Segnaliamo che l’acqua minerale Sant’Anna ha indetto un concorso intitolato Il Codice Da Vinci: svelato il mistero, che “viene effettuato con l’intento di aumentare la visibilità del film”. Suggeriamo ai consumatori, anche potenziali, del prodotto, di inviare al servizio consumatori dell’industria una e-mail che potrebbe avere questo tenore: “Spett.le produttore dell’Acqua Sant’Anna, sono un consumatore del vostro prodotto. Intendo esprimere il mio più totale dissenso verso il concorso Il codice da Vinci: svelato il mistero, perché inteso a reclamizzare un prodotto cinematografico di bassa lega, che offende l’intelligenza. Da questo momento, avete un consumatore in meno”». L’invito è stato raccolto e Fattisentire.net ne dà conto con comprensibile orgoglio, diffondendo ulteriore newsletter che allega la risposta del dottor Gianluca Buzzegoli, responsabile Servizio Consumatori, a un accolito del portale. La quale ha questa chiusa: «Ci rendiamo conto di avere involontariamente urtato la sua sensibilità umana e cristiana. In considerazione di quanto sopra, abbiamo già provveduto (tempi tecnici e logistici permettendo) alla sospensione dell’iniziativa. Confidiamo nella sua comprensione, e La ringraziamo per l’attenzione». Ritengo superfluo ogni commento. Anzi no, vorrei farne uno: chi paga il pizzo è corresponsabile del fenomeno mafioso. Cordiali saluti" - Luigi Castaldi, Il Riformista 20/05/2006
venerdì, maggio 19, 2006
Questo blog entra in modalità pausa e segnala, rimanendo in tema con gli ultimi post, questo come libro per le vacanze. Punto.
Un voto che non si può rifiutare
Fiducia al Senato per il governo Prodi grazie anche ad Andreotti.
Fiducia al Senato per il governo Prodi grazie anche ad Andreotti.
mercoledì, maggio 17, 2006
Gli sketch con Provenzano circondato da carabinieri che giocano a mosca cieca hanno lasciato spazio, dopo la cattura del presunto boss, alle riflessioni sulle mafia-fiction del grande Gregorio Napoli e ai sempre più frequenti spot elettorali: "Vota Totò Cuddaro!": "I migliori nani della nostra vita" si mantiene su livelli altissimi, e se da un lato fa piacere trovarli in tv non si può non pensare cos'altro potrebbero regalarci Ciprì e Maresco se avessero più mezzi a disposizione. Poche settimane fa una puntata ha visto come protagonista Enzo Castagna, impresario di pompe funebri che negli ultimi quarant'anni ha organizzato il casting per quasi tutte le produzioni cinematografiche siciliane (da Coppola a Tornatore, da De Sica a Damiani), "dato il pane a cinquecentomila persone" e ricevuto accuse di voto di scambio, rapina e associazione a delinquere; un imperdibile extra per chi ha amato il film che i due più grandi registi italiani gli hanno dedicato, "Enzo, domani a Palermo!". Visto come un'opera di transizione tra il vergognosamente censurato "Totò che visse due volte" e l'invisibile "Ritorno di Cagliostro", è invece uno dei vertici del loro filmografia, forse il loro capolavoro e di conseguenza il miglior film italiano degli anni '90.
Solo un'ora ma densissima e di grande cinema con Franco Maresco che intervista e segue Enzo Castagna mentre organizza la seconda edizione degli Oscar siciliani durante gli arresti domiciliari e ne ricorda la prima con la partecipazione di Totò Cascio e Tony Sperandeo, sigillo del fantastico periodo a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, e wellesianamente cerca il senso di un personaggio (e un paese) e un'industria allargando lo sguardo alle persone che gli ruotano intorno, con gli storici brani di un altro uomo di spettacolo in odor di mafia, Dean Martin, a fare da colonna sonora come nei film di Scorsese... Tutto questo per segnalare che un benefattore ne permette la visione semplicemente seguendo questo collegamento. Da non perdere.
"Questa la sanno in pochi, ed è quantomeno datata; comunque, la Juve è stata retrocessa nel campionato 1912/13. Retrocessa perché arrivata ultima del proprio girone, non per partite vendute o altre storie... Nel 1900 partecipa al suo primo campionato, ma non supera nemmeno le eliminatorie. Primo scudetto nel 1905, ma accade qualcosa di strano. Dal 1898 l’assegnazione del titolo passava sempre per la finale, ma nel 1905 niente finale. Perché? Perdeva tutte le finali, come nel 1903 e 1904. 21 anni senza vincere nulla, anni bui e d’immenso spavento. Nel 1908 si ritira dal campionato dopo la prima sconfitta. Nel 1911 finisce ultima. A quell’epoca non erano previste retrocessioni. Nel 1912 finisce terz’ultima. Nel 1913, introdotta la retrocessione, finisce ancora ultima e stavolta è retrocessa. I soci fondatori juventini impazziti dall’onta della B stavano addirittura sciogliendo la società, quando un dirigente bianconero, certo ingegner Malvano (Moggi ante litteram), fece riammettere la Juve in serie A. La motivazione del ripescaggio fu ridicola, il numero dispari delle squadre rimaste nel girone lombardo-piemontese." [da Antijuve.com]
martedì, maggio 16, 2006
Scusa Juve. Ecco la prova delle sinergie fra toghe nerazzurre e toghe rosse.
lunedì, maggio 15, 2006
(cliccare per ingrandire)
E' colpa mia. T'avevo assicurato "la lista entro le 19" e poi niente. Così immagino sarà già pronta l'altra, quella con Mastella alla Difesa e Diliberto all'Istruzione (nella migliore delle ipotesi tutto questo significherà una riscrittura dei libri di storia, con lo spazio che spetterebbe a Fellini dedicato a Nando Cicero). Be' comunque la lista era questa.Affari regionali: Mario Cardinali; Attuazione programma di governo: Gianfranco Funari; Innovazione e tecnologie: Massimo Malatesta; Italiani nel mondo: Martin Scorsese; Pari opportunità: Barbara Delfino; Politiche comunitarie: Nanni Moretti; Affari esteri: Emma Bonino; Interno: Giuseppe Genna; Giustizia: Marco Pannella; Economia e finanze: Serge Latouche; Attività produttive: Jean-Claude Michea; Istruzione, Università e Ricerca: Goffredo Fofi; Difesa: Beppe Bergomi; Ambiente e tutela del territorio: Francesco Guccini; Infrastrutture e trasporti: Giulio Mozzi; Salute: Luigi Castaldi; Beni Culturali: Salvatore Settis; Rapporti con il Parlamento: Enzo Castagna; Comunicazioni: Enrico Ghezzi
sabato, maggio 13, 2006
L'uso calcistico della giustizia (tratto da ".xls quotidiano" - 10/5/2013)
"Con Luciano Moggi Presidente della Repubblica possiamo considerare conclusa l'epoca delle toghe nerazzure, della supplenza al libero arbitraggio degli arbitri ordinari (...) Sono stati anni difficili: a partire dalla lugubre primavera 2006 dove l'Italia triste e interista e romanista, dunque nostalgica e parassitaria, credette di aver mondato il paese da quei rapporti solidaristici alternati a dimostrazioni di forza che sono in realtà il sale di ogni competizione a questo mondo (...) Costoro ignorano che il calcio è "astuzia, colpo di genio, velocità di esecuzione". Maradona, il più grande campione di tutti i tempi, contro l'Inghilterra durante i mondiali messicani segnò di mano, "la mano di Dio", ma gli aridi razionalisti del tifo che preferiscono agitare le manette al posto delle bandiere questo lo ignorano (...) Si sa, il sapore della sconfitta rende mostri i dirigenti sportivi, i duri e puri del bar sport si scatenano, inseguono l'utopia della "lealtà" ma coltivano l'ipocrisia (...) Non aveva senso chiedersi se Moggi & co. erano innocenti o meno, il calcio non è un gioco innocente né per signorine: si vince o si perde. Far retrocedere con le armi improprie della giustizia squadre legittimate dal tifo democratico è stato un golpe, non il primo in questo anomalo paese. (...) Buon lavoro, Presidente."
"Con Luciano Moggi Presidente della Repubblica possiamo considerare conclusa l'epoca delle toghe nerazzure, della supplenza al libero arbitraggio degli arbitri ordinari (...) Sono stati anni difficili: a partire dalla lugubre primavera 2006 dove l'Italia triste e interista e romanista, dunque nostalgica e parassitaria, credette di aver mondato il paese da quei rapporti solidaristici alternati a dimostrazioni di forza che sono in realtà il sale di ogni competizione a questo mondo (...) Costoro ignorano che il calcio è "astuzia, colpo di genio, velocità di esecuzione". Maradona, il più grande campione di tutti i tempi, contro l'Inghilterra durante i mondiali messicani segnò di mano, "la mano di Dio", ma gli aridi razionalisti del tifo che preferiscono agitare le manette al posto delle bandiere questo lo ignorano (...) Si sa, il sapore della sconfitta rende mostri i dirigenti sportivi, i duri e puri del bar sport si scatenano, inseguono l'utopia della "lealtà" ma coltivano l'ipocrisia (...) Non aveva senso chiedersi se Moggi & co. erano innocenti o meno, il calcio non è un gioco innocente né per signorine: si vince o si perde. Far retrocedere con le armi improprie della giustizia squadre legittimate dal tifo democratico è stato un golpe, non il primo in questo anomalo paese. (...) Buon lavoro, Presidente."
venerdì, maggio 12, 2006
BASSA SOCIETA'
Lo chiameremo C.R.: è un noto giornalista, dirige un noto telegiornale libbero e tiene una meno libera rubrica su un noto quotidiano nazionale: meno libera perché la scomodissima rubrica che arriva dove il microfono di Joe Marrazzo non avrebbe mai osato viene ogni giorno stravolta e depotenziata nella sua opera di denuncia. Questo blog torna ad ospitarla nella sua integrità, come se fosse appena uscita dalla penna di C.R.
Roma. Spinaceto. Tre del pomeriggio. Beppe "Er Gricia" sfreccia su una vecchissima Fiat Uno rossa.
Roma. Spinaceto. Tre del pomeriggio. Beppe "Er Gricia" sfreccia su una vecchissima Fiat Uno rossa.
"Entro il pomeriggio con tutti gli scudetti che ci devono restituire arriviamo alla seconda stella" - Coupe de Theatre
mercoledì, maggio 10, 2006
Amendoliano, filopartenopeo e interessato alle cose letterarie: questo blog non poteva che festeggiare l'elezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica pubblicando alcuni suoi versi tratti da "Pe cupià 'o chiarfo" - Edizioni dell'Oleandro, 1994.
Pur' 'o viecchio Sceccospirro
Commo puozzo vutà arreto, fégnere
che nun è 'ntravenuto niente, ca tutt' 'e chèllete
songhe rimaste accunciate? Pur' 'o viecchio
Sceccospirro s'addimmannava e deva
l'annummenata 'o iuorno e 'a notte
pe falli cecà e tuzzulià. 'O vero
campa tutto dint' 'o sciato toie
ca mo spallia 'o regno scuro
da morte e addesìa 'o strarègno
de iuorni soie e da l'oscurità.
Ma tu 'o ssaie ch'è meglio addiventà
scuro dint' 'e vrazze toie
ca luce scapizzata ca pe venelle se ne va'.
Piscegràzia
'A vacànzia è fernuta e me garbizza
sto chìarfo ca 'ncarma
l'appecundria. E' meglio stracquà,
'e campìglie arreventano scaiènze
'e l'autunno ca 'nzarda into culore
do vignale e s'aggranfeca zumpanno
'nzì' lo core. Ca mmùmmera aggubbata
selluzzo pe sbariamiento, forse
pe cupia' 'o chiarfo, po piglià pe fesso.
Nu pil' 'e pastiggio
Napule tene nu sènzo duciazzo
ca trase 'nte nasche e sbèrgena
'a tennerùmmeca de sere 'o vierno
ca cadeno 'ncopp' 'a ripa do mare
'n chiéie 'e durcezza
e s'arredecano 'o Maschio Angioino
comme fussero avertimènti
d'ùrdema alleverènzia.
Me 'mpertuso, in chelli ammàtteti,
into misciòscio ca campa dint' 'a mme
e sfessecchia i passi miei
i penzamiènti 'o trìvulo afflitto
pe tutto chello ch'aggia lassà comm'è.
'Mmàtula
Aggio veduto mamma mia
scenne a còppa 'a Vesuviana
cu na prejézza 'nta ll'uòcchie,
ammagliat' e na suttana
comme nu bracalasso
c'u viénto addà 'mpararse
addò adda jettà.
'Na paréglia e cerase 'ncopp' e zìrule,
steva appuiata a nu sciurill' e sole.
Era viérno 'nzerrato,
na matenàta tòsta 'mbroscenava
l'onne do mare.
Nun m'ha guardato. Aggio alluccato:
“Mammà, so' i', o carnente tujo”.
Nibba! Nun m'ha accumenito,
chi o ssape pecché.
Me l'addimanno, ma tutt' e chèllete
arreventano musdée e l'arièlla
rummàne arrasso, chella...
A Vesuviana se nne va'
eternamente senz'essa,
va a ssapé pecché.
Zuzzùrro
U niro è casadiàvulo, è scuro,
è luntananza, cecarìa. Tu mo vulisse
ca fute verità ntu teraturo
subissero n'eccrìsse.
Sì propio, bella mia, na bonapezza,
ch'abbada sulo a 'o sentimento suio.
“Suspirano, spremmient' a fellià o piétto,
tieneno core e cularino, tieneno
uòcchie ch'allegestran 'a luce
comm' a tte, ca... ma
so parole 'e na viacruce...
- e ne parlo co sciato ca me manca -
so 'e parole ca s'ann' a scassà
pe turnà a vivere
ch'anna fà 'o quatto 'e maggio.
Nun è tarde p'arreducere
a 'o silenzio tutte, tutt 'e parole”.
'A morte
'O ssaccio chillo ca s'adda fa'
certe vvote: appiccià o munno,
o 'nzerrasse a tutto, dicere è fennuta,
non azzetto cchiù manc' o sole,
nun m'allicuordo d'esse nato.
Ma non aggio 'o curaggio
e aspetto ca spercia 'a zella da bufera
e 'o sango mio retuorna a friccecà
comm'a nu sciummo 'mbessicchiato
ca se stupetìa nto cielo da vita.
Vurria sbesicchiarla chilla zucculona,
songo stato anni a veglià
'e manfròn' e i scurdamenti soie
p'allanzanne quacche leccatiello
e, 'o momento accapato,
pennularlo nto màfaro. Cìfero!
pròpeto quanno tiene 'o spanto
'e 'ntènnerla o d'azzettarla sor' e l'ammòre
issa jètta zaffiat' e niro, pare
na seccia appaurata e 'nchiude ll'uòcchie.
Aggio situato tagliole addovònca
pe l'accirrà all'intrasatta, ammacaro
pe le pupà nu pil' e silenzio.
Sì, 'ncopp' a quacch'àrvaro 'e vvote
s'ascia nu 'nchiacchietièllo ca fa penzà
'o pede soie; abbascio, 'nzi lo mare
U niro è casadiàvulo, è scuro,
è luntananza, cecarìa. Tu mo vulisse
ca fute verità ntu teraturo
subissero n'eccrìsse.
Sì propio, bella mia, na bonapezza,
ch'abbada sulo a 'o sentimento suio.
“Suspirano, spremmient' a fellià o piétto,
tieneno core e cularino, tieneno
uòcchie ch'allegestran 'a luce
comm' a tte, ca... ma
so parole 'e na viacruce...
- e ne parlo co sciato ca me manca -
so 'e parole ca s'ann' a scassà
pe turnà a vivere
ch'anna fà 'o quatto 'e maggio.
Nun è tarde p'arreducere
a 'o silenzio tutte, tutt 'e parole”.
'A morte
'O ssaccio chillo ca s'adda fa'
certe vvote: appiccià o munno,
o 'nzerrasse a tutto, dicere è fennuta,
non azzetto cchiù manc' o sole,
nun m'allicuordo d'esse nato.
Ma non aggio 'o curaggio
e aspetto ca spercia 'a zella da bufera
e 'o sango mio retuorna a friccecà
comm'a nu sciummo 'mbessicchiato
ca se stupetìa nto cielo da vita.
Vurria sbesicchiarla chilla zucculona,
songo stato anni a veglià
'e manfròn' e i scurdamenti soie
p'allanzanne quacche leccatiello
e, 'o momento accapato,
pennularlo nto màfaro. Cìfero!
pròpeto quanno tiene 'o spanto
'e 'ntènnerla o d'azzettarla sor' e l'ammòre
issa jètta zaffiat' e niro, pare
na seccia appaurata e 'nchiude ll'uòcchie.
Aggio situato tagliole addovònca
pe l'accirrà all'intrasatta, ammacaro
pe le pupà nu pil' e silenzio.
Sì, 'ncopp' a quacch'àrvaro 'e vvote
s'ascia nu 'nchiacchietièllo ca fa penzà
'o pede soie; abbascio, 'nzi lo mare
Pur' 'o viecchio Sceccospirro
Commo puozzo vutà arreto, fégnere
che nun è 'ntravenuto niente, ca tutt' 'e chèllete
songhe rimaste accunciate? Pur' 'o viecchio
Sceccospirro s'addimmannava e deva
l'annummenata 'o iuorno e 'a notte
pe falli cecà e tuzzulià. 'O vero
campa tutto dint' 'o sciato toie
ca mo spallia 'o regno scuro
da morte e addesìa 'o strarègno
de iuorni soie e da l'oscurità.
Ma tu 'o ssaie ch'è meglio addiventà
scuro dint' 'e vrazze toie
ca luce scapizzata ca pe venelle se ne va'.
Piscegràzia
'A vacànzia è fernuta e me garbizza
sto chìarfo ca 'ncarma
l'appecundria. E' meglio stracquà,
'e campìglie arreventano scaiènze
'e l'autunno ca 'nzarda into culore
do vignale e s'aggranfeca zumpanno
'nzì' lo core. Ca mmùmmera aggubbata
selluzzo pe sbariamiento, forse
pe cupia' 'o chiarfo, po piglià pe fesso.
Nu pil' 'e pastiggio
Napule tene nu sènzo duciazzo
ca trase 'nte nasche e sbèrgena
'a tennerùmmeca de sere 'o vierno
ca cadeno 'ncopp' 'a ripa do mare
'n chiéie 'e durcezza
e s'arredecano 'o Maschio Angioino
comme fussero avertimènti
d'ùrdema alleverènzia.
Me 'mpertuso, in chelli ammàtteti,
into misciòscio ca campa dint' 'a mme
e sfessecchia i passi miei
i penzamiènti 'o trìvulo afflitto
pe tutto chello ch'aggia lassà comm'è.
'Mmàtula
Aggio veduto mamma mia
scenne a còppa 'a Vesuviana
cu na prejézza 'nta ll'uòcchie,
ammagliat' e na suttana
comme nu bracalasso
c'u viénto addà 'mpararse
addò adda jettà.
'Na paréglia e cerase 'ncopp' e zìrule,
steva appuiata a nu sciurill' e sole.
Era viérno 'nzerrato,
na matenàta tòsta 'mbroscenava
l'onne do mare.
Nun m'ha guardato. Aggio alluccato:
“Mammà, so' i', o carnente tujo”.
Nibba! Nun m'ha accumenito,
chi o ssape pecché.
Me l'addimanno, ma tutt' e chèllete
arreventano musdée e l'arièlla
rummàne arrasso, chella...
A Vesuviana se nne va'
eternamente senz'essa,
va a ssapé pecché.
martedì, maggio 09, 2006
lunedì, maggio 08, 2006
Edizione straordinaria
Cose mai viste: Berlusconi: "Non pagheremo le tasse"*
Cose mai viste: Berlusconi: "Non pagheremo le tasse"*
giovedì, maggio 04, 2006
"C'è dietro la Juventus"
Orlando Portento
Pairetto: «Pronto»
Moggi: «Gigi? Dove sei»
Pairetto: «Siamo partiti»
Moggi: «Oh, ma che c... di arbitro ci avete mandato?»
Pairetto: «Oh, Fandel è uno dei primi...»
Moggi: «Ho capito, ma il gol di Miccoli è valido»
Pairetto: «No»
Moggi: «Sì, come no? (...) Ma poi tutto l’andamento della partita ha fatto un casino a noi»
Pairetto: «Gli assistenti non mi sono piaciuti molto, in assoluto, no, ma stavo pensando ad un altro, quello che aveva alzato era quello di Trezeguet che mi ricordo davanti»
Moggi: «Quello è un altro discorso. (...) Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?»
Pairetto: «Porco Giuda, mamma mia, questa veramente dev’essere una partita...»
Moggi: «Ma no, masi vince, ma sai, si dice...»
Pairetto: «Ma questi sono scarsi»
Moggi: «Però con uno come questo qui resta difficile, capito?» (...)
Moggi: «Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia»
Pairetto: «Eh, l’ho già fatta»
Moggi: «E chi ci hai mandato?»
Pairetto: «Mi pare Consolo e Battaglia»
Moggi: «Eh, con Cassarà, eh?»
Pairetto: «Sì»
Moggi: «E a Livorno, Rocchi?»
Pairetto: «A Livorno Rocchi, sì»
Moggi: «E Berlusconi Pieri, mi raccomando»
Pairetto: «Non l’abbiamo ancora fatto»
Moggi: «Lo facciamo dopo»
Pairetto: «Vabbò, lo si fa poi»
***
Giraudo: «...tu hai qualche notizia dicome tira l’aria lì a Sportilia (raduno degli arbitri, ndr)?»
Moggi: «Bene bene con Gigi (Pairetto, ndr)»
Giraudo: «Ma non è come l’anno scorso?»
Moggi: «No no, con Gigi è una cannonata»
Giraudo: «Però adesso bisogna dirgli che s’impegni per ’sto corvo perché non si può mica andare avanti con ’sta testa di c...»
***
Moggi: «Pronto?»
Morena: «Signor Moggi buongiorno. Volevo comunicarle arbitro e assistenti per la partita di Champions League di domani sera»
Moggi: «L’arbitro chi è, Cardoso? »
Morena: «No, io vedo arbitro Poll Graham»
Moggi: «Uhm»
Moggi: «Di dov’è l’arbitro...»
Morena: «È inglese» (...)
Pairetto: «Pronto»
Moggi: «Buongiorno»
Pairetto: «Ohilà buongiorno»
Moggi: «Oh, all’anima di Cardoso, eh?...»
Pairetto: «Eh»
Moggi: «Paul Green (in realtà è l’arbitro Graham Poll, ndr)»
Pairetto: «Come?»
Moggi: «Paul Green»
Pairetto: «Allora è successo qualcosa all’ultimo momento, io ho Cardoso, è successo qualcosa... si vede che è stato male o qualcosa del genere»
Moggi: «Informati, informati un momentino»
Pairetto: «Sì sì, verifico subito»
***
Moggi: «Pronto»
Pairetto: «Ehilà, lo so che tu ti sei scordato di me, mentre io mi sono ricordato di te»
Moggi: «Ma dai»
Pairetto: «Eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam».
Moggi: «Chi è?»
Pairetto: «Meier»
Moggi: «Alla grande»
Pairetto: «Vedi che io mi ricordo di te anche se tu ormai...»
Moggi: «Ma non rompere, adesso vedrai, quando ritorno, poi te lo dico io se mi sono scordato»
***
Uomo: «Casa Agnelli buongiorno»
Moggi: «Sono Moggi buongiorno. Avrei bisogno di Nalla»
Nalla: «Ciao Luciano»
Moggi: «Io avrei bisogno in tempi rapidi perché siccome dobbiamo fare...»
Nalla: «Sì»
Moggi: «Per un amico importante, di una Maserati»
Nalla: «Sì»
Moggi: «Quattroporte»
Nalla: «Quattroporte?»
Moggi: «Sì. Ti diamo tempo una settimana dieci giorni, va bene?»
Nalla: «Va bene»
***
Enzo: «Pronto?»
Pairetto: «Enzo?»
Enzo: «Ciao Gigi»
Pairetto: «Ascolta volevo dirti la macchina ce l’ho già praticamente»
Enzo: «Quale?»
Pairetto: «Quindi quando vogliamo andare poi a prenderla c’è a disposizione praticamente la Maserati»
Enzo: «Ma dai»
Pairetto: «Sì quindi»
Enzo: «Madonna»
Pairetto: «Adesso quando rientro domani chiamo direttamente la Casa Reale».
***
Mazzini: «Perché questo cogl... (riferito a Carraro, ndr), ricordati che lui crede, che anche se passa così come vuole normalmente, di vincere lui. Invece devi metterglielo nel c... Ricordatelo».
Moggi:«Ooh se ti dico lasciamici parlare, poi domani io ho l’appuntamento»
Mazzini: «Va bene» (...)
Mazzini. «Venerdì vado a fare gli arbitri»
Moggi: «Venerdì vengo anch’io»
Mazzini: «Gliel’ho detto ad Anto’ e mi ha detto che non viene»
Moggi: «Lascia sta’, quello è un ambiente un po’ ibrido, meno uno ci si confonde e meglio è, e vale neppure la pena di starci alla lontana: io uno ci faccio partecipa’, o partecipo io o ci mando Alessio».
***
Alessandro Moggi: «...io l’altro giorno, tu prendila come informazione, poi, io non lo so, mi sono rivisto con Preziosi (ex presidente del Genoa, ndr), come sempre capita»
Luciano Moggi: «Uhm»
A. Moggi: «Mi ha incominciato a fare tutto un discorso, il calcio come cambia, bisogna stare attenti di qua, di là, Carraro, Galliani, poi mi fa, non vi fidate di Montezemolo. Dico perché? Perché io ho sentito una conversazione alla Juve, vogliono fare fuori tutti, rimane solo Giraudo»
L. Moggi: «Sì, ma questa è una cazzata»
A. Moggi: «Io te lo dico come cosa, siccome molte volte Preziosi è negli ambienti di questo genere qui, lui c’è dentro»
L. Moggi: «Non c’è mai»
A. Moggi: «Bé, pa’, io te lo dico perché, insomma...»
L. Moggi: «È esattamente il contrario».
***
A. Moggi: «Mi ha chiamato Morabito (procuratore, ndr), in particolare Vigorelli (procuratore, ndr), per sapere se volevi fa un cambio di prestiti per pia’ Liverani»
L. Moggi: «No, no, ma perché ora lavorano per la Lazio?»
A. Moggi: «Che ne so, mi ha detto così?»
L. Moggi: «Porca miseria, da quando quello lì ha agganciato lì di sotto, mo ci voglio parla’ con quello, perché gli hanno dato Lopez e gli vogliono dare Marquez, a loro, eh?»
A. Moggi: «Eh, lo so»
L. Moggi: «Quindi è sicuro che sono riusciti a entrarci poco, perché lì non è che si possa anda’ granché, almeno che Cinquini (ex d.s. Lazio, ndr) non lavori ancora con la Lazio».
***
Biscardi: «Pronto?»
Moggi: «Vorrei il dottor Biscardi»
Biscardi: «Sono io»
Moggi: «Io sono Moggi Luciano»
Biscardi: «Uehh... Lucia’»
Moggi: «Allora ieri ho chiamato qui il nostro amico di Trieste...Baldas (ex designatore e commentatore delle moviole del «Processo», ndr). Gli ho fatto una bella cazziata, ma non ce n’era bisogno. Lui non ha colpa» (...)
Moggi: «Ma se non viene poi un cambio non prendo più nessuno, ma perché dobbiamo ammazzare il campionato?»
Biscardi: «No, tu non ammazzi un c..., magari l’ammazzavi l’anno scorso, mi dovresti da’ 40 milioni, hai fatto la scommessa con me e hai perso»
Moggi: «Aldo, ma io... sei come un orologio già assicurato, che vuoi che ti dica?»
Biscardi: «E dove sta?»
Moggi: «E lo sai che quando te lo dico...»
Biscardi: «E non lo so. Non me lo mandi mai...»
Moggi: «Ma vaff..., uno te l’ho dato costava 40 milioni»
(da Corriere.it)
Moggi: «Gigi? Dove sei»
Pairetto: «Siamo partiti»
Moggi: «Oh, ma che c... di arbitro ci avete mandato?»
Pairetto: «Oh, Fandel è uno dei primi...»
Moggi: «Ho capito, ma il gol di Miccoli è valido»
Pairetto: «No»
Moggi: «Sì, come no? (...) Ma poi tutto l’andamento della partita ha fatto un casino a noi»
Pairetto: «Gli assistenti non mi sono piaciuti molto, in assoluto, no, ma stavo pensando ad un altro, quello che aveva alzato era quello di Trezeguet che mi ricordo davanti»
Moggi: «Quello è un altro discorso. (...) Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?»
Pairetto: «Porco Giuda, mamma mia, questa veramente dev’essere una partita...»
Moggi: «Ma no, masi vince, ma sai, si dice...»
Pairetto: «Ma questi sono scarsi»
Moggi: «Però con uno come questo qui resta difficile, capito?» (...)
Moggi: «Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia»
Pairetto: «Eh, l’ho già fatta»
Moggi: «E chi ci hai mandato?»
Pairetto: «Mi pare Consolo e Battaglia»
Moggi: «Eh, con Cassarà, eh?»
Pairetto: «Sì»
Moggi: «E a Livorno, Rocchi?»
Pairetto: «A Livorno Rocchi, sì»
Moggi: «E Berlusconi Pieri, mi raccomando»
Pairetto: «Non l’abbiamo ancora fatto»
Moggi: «Lo facciamo dopo»
Pairetto: «Vabbò, lo si fa poi»
***
Giraudo: «...tu hai qualche notizia dicome tira l’aria lì a Sportilia (raduno degli arbitri, ndr)?»
Moggi: «Bene bene con Gigi (Pairetto, ndr)»
Giraudo: «Ma non è come l’anno scorso?»
Moggi: «No no, con Gigi è una cannonata»
Giraudo: «Però adesso bisogna dirgli che s’impegni per ’sto corvo perché non si può mica andare avanti con ’sta testa di c...»
***
Moggi: «Pronto?»
Morena: «Signor Moggi buongiorno. Volevo comunicarle arbitro e assistenti per la partita di Champions League di domani sera»
Moggi: «L’arbitro chi è, Cardoso? »
Morena: «No, io vedo arbitro Poll Graham»
Moggi: «Uhm»
Moggi: «Di dov’è l’arbitro...»
Morena: «È inglese» (...)
Pairetto: «Pronto»
Moggi: «Buongiorno»
Pairetto: «Ohilà buongiorno»
Moggi: «Oh, all’anima di Cardoso, eh?...»
Pairetto: «Eh»
Moggi: «Paul Green (in realtà è l’arbitro Graham Poll, ndr)»
Pairetto: «Come?»
Moggi: «Paul Green»
Pairetto: «Allora è successo qualcosa all’ultimo momento, io ho Cardoso, è successo qualcosa... si vede che è stato male o qualcosa del genere»
Moggi: «Informati, informati un momentino»
Pairetto: «Sì sì, verifico subito»
***
Moggi: «Pronto»
Pairetto: «Ehilà, lo so che tu ti sei scordato di me, mentre io mi sono ricordato di te»
Moggi: «Ma dai»
Pairetto: «Eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam».
Moggi: «Chi è?»
Pairetto: «Meier»
Moggi: «Alla grande»
Pairetto: «Vedi che io mi ricordo di te anche se tu ormai...»
Moggi: «Ma non rompere, adesso vedrai, quando ritorno, poi te lo dico io se mi sono scordato»
***
Uomo: «Casa Agnelli buongiorno»
Moggi: «Sono Moggi buongiorno. Avrei bisogno di Nalla»
Nalla: «Ciao Luciano»
Moggi: «Io avrei bisogno in tempi rapidi perché siccome dobbiamo fare...»
Nalla: «Sì»
Moggi: «Per un amico importante, di una Maserati»
Nalla: «Sì»
Moggi: «Quattroporte»
Nalla: «Quattroporte?»
Moggi: «Sì. Ti diamo tempo una settimana dieci giorni, va bene?»
Nalla: «Va bene»
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Enzo: «Pronto?»
Pairetto: «Enzo?»
Enzo: «Ciao Gigi»
Pairetto: «Ascolta volevo dirti la macchina ce l’ho già praticamente»
Enzo: «Quale?»
Pairetto: «Quindi quando vogliamo andare poi a prenderla c’è a disposizione praticamente la Maserati»
Enzo: «Ma dai»
Pairetto: «Sì quindi»
Enzo: «Madonna»
Pairetto: «Adesso quando rientro domani chiamo direttamente la Casa Reale».
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Mazzini: «Perché questo cogl... (riferito a Carraro, ndr), ricordati che lui crede, che anche se passa così come vuole normalmente, di vincere lui. Invece devi metterglielo nel c... Ricordatelo».
Moggi:«Ooh se ti dico lasciamici parlare, poi domani io ho l’appuntamento»
Mazzini: «Va bene» (...)
Mazzini. «Venerdì vado a fare gli arbitri»
Moggi: «Venerdì vengo anch’io»
Mazzini: «Gliel’ho detto ad Anto’ e mi ha detto che non viene»
Moggi: «Lascia sta’, quello è un ambiente un po’ ibrido, meno uno ci si confonde e meglio è, e vale neppure la pena di starci alla lontana: io uno ci faccio partecipa’, o partecipo io o ci mando Alessio».
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Alessandro Moggi: «...io l’altro giorno, tu prendila come informazione, poi, io non lo so, mi sono rivisto con Preziosi (ex presidente del Genoa, ndr), come sempre capita»
Luciano Moggi: «Uhm»
A. Moggi: «Mi ha incominciato a fare tutto un discorso, il calcio come cambia, bisogna stare attenti di qua, di là, Carraro, Galliani, poi mi fa, non vi fidate di Montezemolo. Dico perché? Perché io ho sentito una conversazione alla Juve, vogliono fare fuori tutti, rimane solo Giraudo»
L. Moggi: «Sì, ma questa è una cazzata»
A. Moggi: «Io te lo dico come cosa, siccome molte volte Preziosi è negli ambienti di questo genere qui, lui c’è dentro»
L. Moggi: «Non c’è mai»
A. Moggi: «Bé, pa’, io te lo dico perché, insomma...»
L. Moggi: «È esattamente il contrario».
***
A. Moggi: «Mi ha chiamato Morabito (procuratore, ndr), in particolare Vigorelli (procuratore, ndr), per sapere se volevi fa un cambio di prestiti per pia’ Liverani»
L. Moggi: «No, no, ma perché ora lavorano per la Lazio?»
A. Moggi: «Che ne so, mi ha detto così?»
L. Moggi: «Porca miseria, da quando quello lì ha agganciato lì di sotto, mo ci voglio parla’ con quello, perché gli hanno dato Lopez e gli vogliono dare Marquez, a loro, eh?»
A. Moggi: «Eh, lo so»
L. Moggi: «Quindi è sicuro che sono riusciti a entrarci poco, perché lì non è che si possa anda’ granché, almeno che Cinquini (ex d.s. Lazio, ndr) non lavori ancora con la Lazio».
***
Biscardi: «Pronto?»
Moggi: «Vorrei il dottor Biscardi»
Biscardi: «Sono io»
Moggi: «Io sono Moggi Luciano»
Biscardi: «Uehh... Lucia’»
Moggi: «Allora ieri ho chiamato qui il nostro amico di Trieste...Baldas (ex designatore e commentatore delle moviole del «Processo», ndr). Gli ho fatto una bella cazziata, ma non ce n’era bisogno. Lui non ha colpa» (...)
Moggi: «Ma se non viene poi un cambio non prendo più nessuno, ma perché dobbiamo ammazzare il campionato?»
Biscardi: «No, tu non ammazzi un c..., magari l’ammazzavi l’anno scorso, mi dovresti da’ 40 milioni, hai fatto la scommessa con me e hai perso»
Moggi: «Aldo, ma io... sei come un orologio già assicurato, che vuoi che ti dica?»
Biscardi: «E dove sta?»
Moggi: «E lo sai che quando te lo dico...»
Biscardi: «E non lo so. Non me lo mandi mai...»
Moggi: «Ma vaff..., uno te l’ho dato costava 40 milioni»
(da Corriere.it)
Stampa rassegnata / 7
"L'esordio di Libero De Rienzo è un film sorprendente (...) racconta un paio di giorni nella vita di due fratelli-amanti simbiotci, tra pusher mistici e rave illegali, famiglie sfasciate e sogni di viaggi tra sbirri violenti e preti infami, zanzare in cattività e corse in motorino."
Stampa rassegnata / 6
Ma quanto è brutta la nuova grafica del Manifesto?
Ma quanto è brutta la nuova grafica del Manifesto?
mercoledì, maggio 03, 2006
Il blog del momento: Astruserie.
Stampa rassegnata / 5
Su quello che potrebbe essere il miglior settimanale italiano fanno scrivere Melissa P e Beppe Grillo e Luca Sofri e non, invece, Christian Raimo?*
Su quello che potrebbe essere il miglior settimanale italiano fanno scrivere Melissa P e Beppe Grillo e Luca Sofri e non, invece, Christian Raimo?*
lunedì, maggio 01, 2006
“Musica Nuda 2” di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti
per lele: il secondo cd è un regalo, è un in piu', è una fotografia di quando, e spesso accade, qualche amico musicista sale sul palco con noi a fare un pezzo o due.......il cd vero e proprio è quello in duo.
riguardo al fatto di fare troppe cose, puo' essere, siamo fatti cosi! :-)
ciao,
petra.
Aggiornamento del 15/5/2006: riporto, commosso, il commento che Petra Magoni in persona ha lasciato a questo post. Grazie.
ciao a tutti e grazie per i complimenti!per lele: il secondo cd è un regalo, è un in piu', è una fotografia di quando, e spesso accade, qualche amico musicista sale sul palco con noi a fare un pezzo o due.......il cd vero e proprio è quello in duo.
riguardo al fatto di fare troppe cose, puo' essere, siamo fatti cosi! :-)
ciao,
petra.