mercoledì, agosto 03, 2005

 

Servizio pubblico
Finalmente un post serio. Piergiorgio Welby si batte contro l'associazione editori italiani per ottenere la commercializzazione delle novità editoriali in formato digitale e scaricabili dalla rete e, nei commenti del post precedente, mi chiede qualche suggerimento in merito. Mi sono ricordato di un articolo del Riformista postato in un gruppo di discussione seguito da un commento dello scrittore Leonardo Pica Ciamarra. Ve li ripropongo. Seguirà dibattito.

RADICALI. DODICI ROMANZI SU FLOPPY AL 5% DEL PREZZO DI COPERTINA
Dopo la marijuana, lo Strega libero
Niente staminali o marijuana, la prossima battaglia dei Radicali è per la
liberalizzazione dello Strega. Ovviamente non il liquore - che in Italia
non ha subito particolari forme di proibizionismo - ma l'omonimo ed etilico
(c'è sempre il rischio che dia alla testa del vincitore) premio letterario. Dei
dodici romanzi in lista per la cinquina finale, con Melania Mazzucco data
per favorita, i Radicali sostengono di poter diffondere copie - su floppy o
via internet - ad un prezzo pari al 5% di quello di copertina: vale a dire al prezzo
che garantisce il rispetto del diritto d'autore, cui promettono di girare
l'incasso delle eventuali vendite.
L'esperimento potrebbe aver luogo oggi, in mattinata, presso la sede del
partito Radicale in piazza Argentina, dove Paolo Pietrosanti, Francesco
Tranfaglia e Carlo Loiodice proietteranno su schermo alcune pagine informatizzate
dei romanzi finalisti del celebre premio organizzato dalla Fondazione Maria
Bellonci. «Abbiamo acquisito i file in maniera assolutamente e rigorosamente
legale - recita il comunicato stampa radicale - e considerando la quantità
di possibili acquirenti che la rete assicura non si potrà parlare di danno agli autori».
Il cavallo di Troia per dimostrare la necessità di un Napster anche per i
libri, è rappresentato dal caso dei non vedenti. Per usufruire di un libro
di testo devono infatti superare assurde "barriere tipografiche"
dell'editoria italiana. Come ricorda Pietrosanti, ai ciechi tocca scansionarsi
tutte le pagine di un libro per trasformarlo in file e caricarlo su un apposito
programma di lettura. Sorvolando sul fatto che l'Usl deve rimborsare parte della
somma spesa per lo scanner, il paradosso di questo angolo di galassia Gutenberg
è che ormai tutte le bozze dei libri entrano in tipografia in formato file.
Un giro dell'oca, insomma, che potrebbe essere evitato anche per i lettori
vedenti, con il rischio, certo, di non pochi mal di pancia per case
editrici e catene librarie. Molti però sostengono che la fetta di acquirenti
on-line, come avviene per la free press, non sottrarrebbe copie al mercato
tradizionale, ma anzi lo integrerebbe. Lo scopo dell'action reading di oggi è di
proporre una effettiva liberalizzazione delle proprietà intellettuali, oberate dal
llegittimo ma anacronistico e prevaricante interesse dell'editore che può essere
sicuramente alleggerito in favore di una più fluida circolazione delle idee.
Nel rispetto dei diritti di tutti, certo, ma in primis del lettore.
da "Il Riformista", 8-6-2003

Dunque, io sono uno dei candidati al premio Strega di quest'anno, uno
di quelli il cui libro, se ho ben capito, tu hai riversato su file in
vista della distribuzione in rete. Per un caso di assoluta ironia - di
cui spero sia possibile sorridere insieme, alla faccia del politically
correct - il mio romanzo si intitola "Ad avere occhi per vedere". Ora,
io mi sento chiamato in causa dal tuo intervento (e da quello
precedente "il diritto di scrivere e quello di leggere"): non soltanto
per l'innocua azione pirata sul mio lavoro, che va benissimo se serve
a richiamare l'attenzione su un problema serio, ma appunto perché il
problema è serio. Vorrei provare allora ad abbozzare una risposta. Il
punto che meno mi convince della tua riflessione è l'intreccio tra la
richiesta di attenzione alle esigenze dei lettori ciechi e l'idea di
una completa liberalizzazione - "antiproibizionista", addirittura -
della circolazione letteraria: saltiamo gli editori, mettiamo tutto in
rete. Inutile ricordarti, credo, che in rete c'è già di tutto:
talmente tanto che rintracciare qualcosa di leggibile in mezzo alla
massa sconfinata delle cose illegibili è un'impresa pressocché
fallimentare. Eliminando l'editore - come in effetti tu proponi di
fare, quando metti in vendita un romanzo al solo costo del diritto
d'autore - non si elimina soltanto un sensale avido e vigliacco,
responsabile della standardizzazione verso il basso della narrativa
attuale, che tu giustamente denunci (e chissà se anche il mio libro è
tra quelli "bruttini" che ti è capitato di incontrare nell'ultima
settimana: nel dubbio, cercherò di non rendermi ridicolo...).
Eliminando l'editore, in realtà, si elimina anche un meccanismo di
selezione, che contribuisce alla cura, individuazione, fisionomia,
presentazione in pubblico di un libro. Certo, c'è editore e editore, e
libro e libro. Eppure, per parlare di quello che conosco direttamente,
il mio libro, che tu hai riversato su file - pubblicato da un editore
indipendente, rimasto intatto dall'editing, venduto a un prezzo
contenuto e candidato allo Strega quasi per un benevolo scherzo del
destino - questo libro arriva a essere oggetto del tuo interesse
proprio attraverso il meccanismo che tu proponi di smantellare: se io
lo avessi messo su internet invece di pubblicarlo, tu semplicemente ne
ignoreresti l'esistenza. Allora, a me sembra che il problema non è
quello di generare una saldatura tra autore e lettore per fare fuori
l'editore, ma al contrario quello di coinvolgere l'editore in una
politica di attenzione per i lettori ciechi. Per esempio, l'autore
potrebbe registrare la lettura del romanzo e l'editore metterla in
vendita - magari solo sul sito, per tagliare i costi - allo stesso
prezzo del libro. O forse si possono studiare altre soluzioni, ma in
ogni caso all'interno di questa logica. Insomma, tu sollevi un
problema serio e credo che tutti dobbiamo esserti grati per avercelo
posto. Ma ci sono - per te come per me, e anche per tutti e due
insieme - cause più importanti per cui combattere che non un
fantomatico antiproibizionismo delle lettere... Spero che il mio libro
non sia tra quelli "bruttini". Dopo aver letto il tuo appello - mi ci
sono imbattuto per caso, e mi è sembrato di di doverti rispondere - mi
piacerebbe davvero che ti piacesse. Per il prossimo mi ricorderò di
chiedere all'editore di prevedere una versione adatta a chi non può
leggerlo alla maniera usuale. Stai bene e grazie di avermi fatto
riflettere.
Leonardo Pica Ciamarra
Il Riformista, Leonardo Pica Ciamarra


Comments:
Associaioone Italiana Editori

Il Presidente

Milano, 22 aprile 2005
Prot. 184/05

Gentile Signore,

come editore e come Presidente dell'AIE, che rappresenta la quasi totalità delle Case editrici italiane, voglio innanzitutto ringraziarLa per la grande testimonianza che la Sua lettera offre di amore per il libro e la lettura. Un sentimento che non è ancora così diffuso come noi vorremmo e che è nostro dovere promuovere e sostenere con tutta la nostra volontà e creatività. Può perciò rendersi conto dell'impegno che l'AIE mette nel tentare di risolvere i problemi che impediscono - e proprio a chi i libri li ama appassionatamente come Lei - di accedervi agevolmente.

Dalla Sua lettera capisco che Lei conosce già molto bene i servizi offerti dalla Biblioteca di Monza, con cui l'AIE ha da tempo siglato un accordo, così come lo ha siglato con l'Unione Italiana Ciechi. Per questo motivo non posso segnalarLe la via che di solito proponiamo a chi ci pone problemi analoghi ai Suoi, perché la conosce e la frequenta senza bisogno che io La esorti a farlo. E noto anche, con grande rispetto, la Sua disponibilità ad acquistare - presso gli editori - il testo cartaceo che La interessa, unitamente alla versione digitale: ed anche questo prova la serietà dei Suoi intenti.

D'altra parte ad una persona che affronta le sue difficoltà con la dignità e consapevolezza che Lei manifesta e che ha ben chiari i connotati del tempo in cui viviamo, non sfuggono sicuramente le ragioni che trattengono gli editori dal concedere a cuor leggero ciò che rappresenta il loro patrimonio più rilevante e più delicato, e cioè le versioni digitali delle opere che editano, a causa della loro riproducibilità, purtroppo in molti casi con scopi non proprio edificanti.

Sono certo che non è il Suo caso e quindi non mi dilungo sull'argomento facendole lezioni del tutto fuori luogo. Posso tuttavia garantirLe che seguiamo con la massima attenzione e sensibilità ciò che in sede governativa e legislativa viene maturando sul tema che Le sta a cuore, auspicando che si riesca a trovare - con l'ausilio di tecnologie appropriate oltre a normative equilibrate che per altro già esistono - una soluzione che salvaguardi i diversi interessi di produttori e potenziali fruitori che Lei dimostra di comprendere perfettamente.

Ritengo inoltre che per qualche esigenza specifica, Lei possa prendere direttamente contatto con l'editore dell'opera che La interessa e vedere insieme come soddisfare le Sue esigenze. Mi tenga comunque informato. Cordiali saluti

Federico Motta


Sig. Piergiorgio Welby
Membro del Consiglio Generale
dell'Associazione Luca Coscioni
Via Enrico Mazzoccolo, 8
00175 - ROMA

Sede: Via delle Erbe, 2 - 20121 Milano - Te\. 028646309112/3 - 0286462342 - Fax 0289010863 Ufficio di Roma: Via Crescenzio, 19 - 00193 Roma - Te\. 0668806298 - 0668308450 - Fax 066872426 http://www.aie.it

 

grazie per questo post.
lo archivierò nella cartella -Legge Stanca sull'editoria-

calibano

 

il dibattito c'è. guardate su it.cultura.libri, il titolo è "letteratura digitale".

 

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