mercoledì, novembre 15, 2006

 

Cronaca vera

"Io non voglio idee stupide"
Fabri Fibra

"Il futuro non è più quello di una volta"
Paul Valéry

Sotto uno di quei copricapi un tempo riservati a pescatori e topi d'appartamento poi sdoganati presso il grande pubblico dalla buonanima di Alberto Castagna, in via Matteotti, o due sere dopo, declamando ignobili versi criptoleghisti e, peggio ancora, facendo uscire dalla propria bocca un "fondamentalmente": le manifestazioni divine molteplici e perturbanti, la fede di Nazarìn incrollabile.

La rassegna del Tenco, la trentunesima senza Franco Califano e la prima senza Roberto Vecchioni, ha visto durante la premiazione di Lucilla Galeazzi (miglior album dialettale) un anticipo di quanto già previsto su queste colonne, cioè un maggiore spazio di Giovanni Choukhadarian nella conduzione dello spettacolo nell'ottica di un superamento della conduzione singola che vede prevalere sul modello "Santoro" il modello "Sofri-Ferrara" però teodovoto.
Non sono mancati nomi già noti e questi non hanno deluso: il grande spettacolo di Caparezza, la garanzia di Samuele Bersani (canzoni dall'Aldiqua) e di Morgan (qualche Canzone dall'appartamento e un inedito), mentre su gli altri, più o meno conosciuti, sospendo il giudizio, salta troppo in mente l'articolo di Alberto Pezzotta sul numero 113 di Segnocinema a pagina 43 e non si capisce il motivo - o forse sì. Ci sono pure canzoni contro la guerra e quelle difficilmente sono belle canzoni. Poi c'è Patrizia Laquidara, senza dubbio il momento più alto dell'intera rassegna insieme col finale di Capossela. Non sono mancate le sorprese: l'apparizione di Stefano Bollani nel finale, un Ozzy Osbourne, già leader dei Black Sabbath e animatore di reality show, oggi blogger organico a Nazione indiana, con un repertorio che attraversa la tradizione americana, un nutrito manipolo di supporter della Rosa nel pugno e un bravissimo Rocco Papaleo che ricordavamo in sceneggiati militaristi (con sigla di Jovanotti, incredibile!) che rilegge Proust secondo una chiave vicina a quella del grande folksinger abruzzese Nduccio. Grande edizione nonostante lo sgomento nell'aver visto rimanere intentata l'opzione postmoderna Baustelle più Non voglio che Clara.
Comments:
ecco, il Tenco. accidenti. son 31 anni che me lo perdo.

 

no
nulla
è giunto
manda a 99_giu@libero.it :)
se vuoi, merci

 

ancora non ho potuto ascoltare
ma se ti piace Bollani, scrivimi se posso, ti invito in una conferenza in cui parlerò io e suonerà lui.

Il tuo J-J

 

anch'io allodolina, anch'io!
(cmq, per l'opzione postmoderna, ti consiglio oltre nvcc e baustelle anche il nuovo dei virginiana miller)

 

Posta un commento

<< Home