lunedì, maggio 29, 2006
Non possiamo non dirci mafiosi (tratto da Il Martedìale del 29 maggio 2011)
"Salutiamo con favore questo terzo successo elettorale (...) Abbiamo sempre convintamente sostenuto, dalle colonne di questo piccolo ma combattivo foglio culturale, la sua candidatura, fino alle estreme conseguenze, fino a riconoscere che non possiamo non dirci mafiosi, ricorrendo al vocabolario dei moralizzatori dalla manetta facile, dei rancorosi professionisti della bontà. Mafiosi, con orgoglio: anche se la mafia non esiste. Più. (...) Alla Tatcher servirono due mandati per fare la rivoluzione conservatrice, tre saranno sufficienti a C. per combattere il vero male che attanaglia la terra di D'Arrigo e Sgalambro: il traffico. (...) Non condividiamo certe misure veterokeynesiane a sostegno dell'occupazione né la passione smodata per i cannoli, eppure C. non poteva essere presidente migliore, perché bisogna saper interpretare le tradizioni, deprecare il sistema è inutile e ipocrita, non c'è futuro se si recide il legame con il passato (...) E' necessaria una maniera diversa di intendere il rapporto tra stato e criminalità organizzata (...) Tucson, Arizona, 23 febbraio 1958, chiesa Ss. Pietro e Paolo: John Fitzgerald Kennedy e Jospeph Bonanno insieme, ad ascoltare la messa (...) Piaccia o no, quella che i benpensanti hanno cristallizzato nei truculenti simboli del cinema americano o nelle abusate immagini da comizio dei capipopolo è una delle realtà produttive più importanti del paese, una locomotiva per lo sviluppo; pur legittima da un punto di vista costituzionale, la mancanza d'attenzione verso questo dato nelle recenti nomine di alcune alte cariche istituzionali appare irrispettosa della volontà popolare (...) Un cristiano emotivo ma sempre un uomo vero, non un mezzouomo né tantomeno un quaqquaraqquà."
"Salutiamo con favore questo terzo successo elettorale (...) Abbiamo sempre convintamente sostenuto, dalle colonne di questo piccolo ma combattivo foglio culturale, la sua candidatura, fino alle estreme conseguenze, fino a riconoscere che non possiamo non dirci mafiosi, ricorrendo al vocabolario dei moralizzatori dalla manetta facile, dei rancorosi professionisti della bontà. Mafiosi, con orgoglio: anche se la mafia non esiste. Più. (...) Alla Tatcher servirono due mandati per fare la rivoluzione conservatrice, tre saranno sufficienti a C. per combattere il vero male che attanaglia la terra di D'Arrigo e Sgalambro: il traffico. (...) Non condividiamo certe misure veterokeynesiane a sostegno dell'occupazione né la passione smodata per i cannoli, eppure C. non poteva essere presidente migliore, perché bisogna saper interpretare le tradizioni, deprecare il sistema è inutile e ipocrita, non c'è futuro se si recide il legame con il passato (...) E' necessaria una maniera diversa di intendere il rapporto tra stato e criminalità organizzata (...) Tucson, Arizona, 23 febbraio 1958, chiesa Ss. Pietro e Paolo: John Fitzgerald Kennedy e Jospeph Bonanno insieme, ad ascoltare la messa (...) Piaccia o no, quella che i benpensanti hanno cristallizzato nei truculenti simboli del cinema americano o nelle abusate immagini da comizio dei capipopolo è una delle realtà produttive più importanti del paese, una locomotiva per lo sviluppo; pur legittima da un punto di vista costituzionale, la mancanza d'attenzione verso questo dato nelle recenti nomine di alcune alte cariche istituzionali appare irrispettosa della volontà popolare (...) Un cristiano emotivo ma sempre un uomo vero, non un mezzouomo né tantomeno un quaqquaraqquà."
Comments:
Minchia, dott. Diderot allora è proprio un bravo picciotto.
Ora non si preoccupi, quelle carte comprometenti le facciamo sparire.
Ora non si preoccupi, quelle carte comprometenti le facciamo sparire.