domenica, marzo 26, 2006

 

De l'abjection
L'agghiacciante gag di B. a Strasburgo è l'unico passaggio davvero memorabile di "Quando c'era Silvio": i dubbi sull'efficacia dell'opera sono molti, da un lato perché il tentativo di restituire nello spazio di cento minuti i frutti di un fenomeno che ha giocato sempre con fortuna la carta della ripetizione fino all'eccesso risultano insufficienti ma allo stesso tempo rendono l'oggetto troppo complesso e quindi poco adatto a raggiungere i propri scopi; dall'altro è facile ipotizzare che le centomila copie di dvd più libretto vendute saranno andate ad arricchire archivi che accolgono già speciali di Diario come Berlusconeide 1 e 2, diversi Micromega, qualche Travaglio/Gomez/Barbacetto - per essere magari avidamente compulsati come il Fantozzi del primo episodio faceva coi testi sacri del marxismo al lume di un abat-jour ed esclamare: "Ma allora c'hanno semper preso per il culo!". Solo che al "ma chi?" della moglie non si parlebber più di politica e anzichè citare sim e simili si tirerebbero fuori nomi che non meritano il paragone con personaggi wellesiani, e fatti storici dimenticati etc.
Quei quattordici minuti reperibili anche in rete, dove la mano degli autori è limitata a un sottofondo musicale e a una banana come intermezzo visivo tra un frammento e l'altro (scelte entrambe evitabili), mostrano rossellinianamente gli eventi che i telegiornali hanno surrogato con le prevedibili dichiarazioni dei soliti dodici tredici portavoce e capi corrente: una potente sineddoche caimana.
(La visione del filmato è consigliata ad un pubblico adulto).


Frammenti della scena sono presenti anche nell'ultimo film di Nanni Moretti. Ma quella è un'altra storia. Vogliate gradire due pareri che per evidenti esigenze di par condicio sono contrapposti.

Primo film tratto da un articolo di Franco Cordero, Il caimano non è un film sul caimano ma su un film intitolato Il caimano. Moretti pulisce gli specchi ma i paraguru ignoreranno il riflesso; i pezzi, bruciati al momento della proiezione di quello che si è rivelato un gioco metafilmico, sono già stati digeriti da millecinquecento lettori che non amano sorprese; prima che la curiosità del passante svanisca ne scriviamo anche noi. La distruzione di un amore non ripaga del dolore: testimoni di un passato in cui si consumavano sposalizi e pranzi e vendette solo brandelli di pellicole oggetto di un culto officiato dal più grande attore ligure di tutti i tempi; le mura che hanno ospitato gli eventi cadono risucchiate da un capitale sempre più anarchico (alla faccia delgli anarchici): il futuro è inedificabile, pure nella forma di balocchi danesi. Così un po' Otto e mezzo, un po' Una vita difficile, ma cronenberghiana nell'anima per come indaga su tratti identitari antropologicamente modificati, stringenti eppure ineffabili, la narrazione segue i passi di chi per incidente nella storia è stato chiamato a sotterrare il Pudore e dare il colpo di grazia al già malconcio Diritto, ricevendone premio da chi crede nella maestà del male e ne subisce il fascino, oppure semplicemente abita lontano dalla storia "perché chi sa sa e chi non vuol sapere non vuol sapere". Della vita del caimano si filmerà solo un giorno ancora da venire: mai s'era visto un lieto fine così terrificante, con la racaille berlusconiana che incendia la notte della repubblica: ce ne sera que un début - proprio alla fine? O tutto è già successo?

Caro direttore, è ora di dire basta. Voterò per la prima volta la Casa delle libertà, io che non voto da quando Democrazia proletaria non c'è più, non solo perché il film di Moretti non mi è piaciuto (così come non sarebbe piaciuto a Gian Maria), tutto incentrato sui diritti borghesi, ma perché il presidente oltre ai grandi meriti di chiamare i regolamenti di conti fra noialtri con il proprio nome ed incarnare perfettamente l'idea di proprietà come furto è l'unica speranza per depurare il paese dalle ultime incrostazoni liberaldemocratiche: la non alternanza per l'alternativa! E poi si è sempre dimostrato leale, mica come certi infami trozkisti! Un caro saluto

Palmiro Beria, Sesto San Giovanni
da "Il giornale", 28-03-2006

Da parte mia aggiungo solo che il film è anche molto divertente.
Comments:
Divertente? Una mia amica alla riaccensione delle luci piangeva, e io non ho parlato per un'ora...

 

il finale è duro, ma nelle due ore ci sono momenti in cui si ride.

 

Non avevo mai visto il battibecco tra Schultz e Berlusconi. Devo ammettere che sentirlo insultare così accoratamente il presidente di una nazione alleata nel giorno dell'insediamento alla presidenza di turno dell'UE, in tedesco incazzato poi, è stato irritante. Berlusconi, da bravo italiano ignorante e presunto spiritoso, ha solo sbagliato aggettivo. Doveva semplicemente dargli dell'imbecille!
Saluti

www.puccimigliaccio.ilcannocchiale.it

 

Fico, specie gli sguardi di Fini e Buttiglione (lunga vita a Rocco!)

Gran oratore Mr. Schulz... poteva risparmiare la citazione di Di Pietro.

 

il caimano, non l'ho ancora visto.
quando c'era silvio, invece, l'ho visto.
e non mi è piaciuto affatto.
il target che vedrà questo film, sa già tutto. non c'è un guizzo, non una nuova ripresa. nulla. solo ingroia ti fa sentire come se non avessi perso del tempo a guardarlo. per il resto, tutto saputo e risaputo. meno male che non li ho messi io, i soldi per comprarlo.
piuttosto, leggetevi un libro qualunque di travaglio...

invece l'altro film che ho visto nel weekend, la guida galattica per autostoppisti, mi è piaciuto un bel po', ma non so se c'entra.

 

sì che c'entra: è tratto da un libro di denuncia, "anzi di querela", su autostrade s.p.a.

 

"il compagno etiope l'altro giorno mi parlava della svolta di salerno, mi ha fatto uno specchietto di questo genere: l'Italia è il caos, comunque"

 

Non ho visto Il Caimano, ma condivido le critiche a "Quando c'era Silvio". Salverei solo quei 14 minuti in cui mi sono vergognata di essere rappresentata da codesto individuo. Per il resto, un qualunque libro di Gomez e Travaglio va bene.

 

Quello di Strasburgo è un pezzo di vaudeville, lo so a memoria e ancora non ci posso credere

Il film non l'ho visto, sono alla periferia del regno
ma mi fanno incavolare Introia, Bocassini e pure Moretti, che mi piace molto
Vuoi vedere che Dell'Utri, che diomiperdoni, non ha tutti i torti?

 

pensandoci, "Introia" lo si potrebbe rivendere a qualche professionista del lapsus.

 

Mi chiedo sempre che fine faranno i Guzzanti, Travaglio, Gomez, Ezio Mauro, Furio Colombo & Compagnia cantante se Berlusconi ( ma io sono convinto di no) dovesse perdere le elezioni. Grazie a Silvio hanno ottenuto un giro d'affari strepitoso, gente come Travaglio si è arricchita a dismisura sfornando 4 libri all'anno, film, cassette, editoriali ed appelli. Il giorno in cui Berlusconi dovesse venire meno ( ma non sarà così ancora per molto tempo) per questi signori sarà la fine e torneranno da dove sono venuti: nell'anonimato, senza un euro in tasca e con le pezze al culo.

Post Scriptum: in fondo anche il tuo blog, caro Dennis, è basato e costruito sull'antiberlusconismo. Se Berlusconi perde le elezioni ed esce di scena, di che parli? I film di Moretti escono una volta ogni 10 anni, e nell'attesa di un nuovo film di Nanni Moretti mi sa che potresti anche chiudere i battenti. Mi sa che ti conviene votare Silvio alle prossime elezioni.......

 

bartolomiao, finalmente. si cominciava a sentire la mancanza.

 

Film bello e strano, dovrei rivederlo tra un po' per dare un giudizio più obiettivo. Gli ultimi dieci minuti sono da incubo.

 

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