martedì, novembre 01, 2005

 

Come in un film di Godard: solo
In una macchina che corre per le autostrade
Del Neo-capitalismo latino – di ritorno dall’aeroporto –

[là è rimasto Moravia, puro fra le sue valige]

solo, “pilotando la sua Alfa Romeo”

in un sole irriferibile in rime

non elegiache, perché celestiale

il più bel sole dell’anno –

come in un film di Godard:

sotto quel sole che si svenava immobile

unico,

il canale del porto di Fiumicino

una barca a motore che rientrava inosservata

i marinai napoletani coperti di cenci di lana

un incidente stradale, con poca folla intorno…


come in un film di Godard – riscoperta

del romanticismo in sede

di neocapitalistico cinismo, e crudeltà –

al volante

per la strada di Fiumicino,

ed ecco il castello (che dolce

mistero, per lo sceneggiatore francese,

nel turbato sole senza fine, secolare,


questo bestione papalino, coi suoi merli,
sulle siepi e i filari della brutta campagna

dei contadini servi)…


sono come un gatto bruciato vivo,

pestato dal copertone di un autotreno,

impiccato da ragazzi a un fico,


ma ancora almeno con sei

delle sue sette vite,

come un serpe ridotto a poltiglia di sangue

un’anguilla mezza mangiata


le guance cave sotto gli occhi abbattuti,
i capelli orrendamente diradati sul cranio

le braccia dimagrite come quelle di un bambino

un gatto che non crepa, Belmondo

che “al volante della sua Alfa Romeo”

nella logica del montaggio narcisistico

si stacca dal tempo, e v’inserisce

Se stesso:

in immagini che nulla hanno a che fare

con la noia delle ore in fila…

col lento risplendere a morte del pomeriggio…


La morte non è

nel non poter comunicare

ma nel non poter più essere compresi.


E questo bestione papalino, non privo

di grazia – il ricordo

delle rustiche concessioni padronali,

innocenti in fondo, com’erano innocenti

le rassegnazioni dei servi –

nel sole che fu,

nei secoli,

per migliaia di meriggi, qui, il solo ospite,


questo bestione papalino, merlato
accucciato tra pioppeti di maremma,

campi di cocomeri, argini,


questo bestione papalino blindato

da contrafforti del dolce color arancio

di Roma, screpolati

come costruzioni di etruschi o romani,

sta per non poter più essere compreso.


--


--

"Mi infastidiscono questi giorni di celebrazione pasoliniana: mi tengo stretto Accattone e Le ceneri di Gramsci ma getto un deciso colpo di spugna sul Pasolini da memorial day, quello vestito da calciatore, da cowboy, da chierichetto, da angelo dell’Apocalisse, da marchettaro [...] Abbiamo visto in televisione (cento volte!) Pasolini insieme a Ezra Pound, Moravia al funerale di Pasolini, Calvino a discutere dei manoscritti rifiutati all’Einaudi, vorremmo che tutto questo si trasformasse in una vera eredità. Ma per godersi un’eredità bisogna prima elaborare il lutto."*
Nicola Lagioia

"Me ne sbatto che ci sarà retorica a rullo. [...] Mi da fastidio il lamentismo di quelli che dicono: "Non ci sarà mai un Pasoni oggi", ma anche di quelli che dicono: "Che palle, ancora Pasolini, dobbiamo andare avanti, superare". Perché celebrare Pasolini? E, a questo punto mi chiedo: Perché celebrare il 25 aprile? Ancora con questi partigiani? Ma dai, ma basta, è roba vecchia, bisogna superare, guardare oltre. Dimenticare. [...] Ieri, girando per una libreria di Bologna (la Melbook) ho visto una ragazza (non poteva avere più di 18-20 anni) che aveva non so quale rivista patinata in mano aperta sull'ennesimo articolo celebrativo su PPP. Magari ne usciva fuori un immagine edulcorata, carina, simpatica: Pasolini che gioca a calcio, Pasolini che ama la mamma, non lo so, non mi interessa. Quello che mi interessa è che ho visto la suddetta ragazza avvicinarsi al reparto tascabili, cercare un po' timorosa e trovare "Scritti corsari" e poi andare alla cassa. Per come la vedo io ne è valsa la pena. Per come la vedo io 10, 100, 1000 di queste ragazze, o ragazzi, avranno fatto questa operazione in questi giorni. Se da tutto il trombonismo dei "non ci sono i Pasolini di una volta", se da tutto il modaiolismo dei "ricorrenti impenitenti", se da tutto il "fammi un pezzo su Pasolini che oggi tira", se da tutta questa merda, comunque, nasceranno dei fiori come questi, io, comunque, reputo che la guerra mia personale è vinta."*
Gianni Biondillo

"Oggi si ama e frequenta molto il Pasolini di queste due opere [Salò e Petrolio, n.d.d.], e il Pasolini della tragica morte. E si dimentica, non si ama, il grande Pasolini dei film pre-mito, della poesia e delle polemiche. Vorrà pure dir qualcosa, per esempio, che si ama la morte di Pasolini e non la vita, non la ribellione, non la rivotla contro l'ingiustizia del mondo..."
Goffredo Fofi

--

*

--

"Mi riconosco in Pierpaolo Pasolini perché era un personaggio scomodo come io alle volte sono stata."
- Anna Falchi

"Sono pasoliniano" - Clemente Mastella

"Ci manchi Pier Paolo!" - Mina Mazzini

--


"Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno"
di Laura Betti

martedì 1 novembre 1.30 rai3 Fuori Orario


Meglio il film di Laura Betti che qualche freddo piano-sequenza keithjarretthiano.

Comments:
In che senso è stata scomoda Anna Falchi? Voglio dire, in che posizione?

www.francesconardi.it

 

Oggi Giuseppe Conte ha pubblicato una notevole poesia per Pasolini sopra il Messaggero.

 

Sono d'accordo: in questi giorni si è parlato molto di Pasolini senza dire nulla.

 

Quella notte di novembre
di GIUSEPPE CONTE

Avrebbe ottantatre anni. Sul volto
le rughe ancora più scavate
e la bocca più rattrappita.
L’insonne meraviglia della vita
gli farebbe ancora cercare ragazzi
ma senza la dolcezza pagana di Kavafis.
Avrebbe visto compiersi la sua profezia
nell’era della Rete, dell’e-mail e del fax,
si sarebbe scagliato contro Bush, Blair, il mercato
e forse persino –a torto- contro i PACS.
Contraddittorio , non rassegnato
avrebbe amato o non amato
l’Islam, la sua energia
di conquista e di sottomissione?
Avrebbe cercato ancora tragedia, passione?

 

Brào il blogger più promettente dell'estremo Ponente ligure (et ultra). La poesia verrà pubblicata anche in un'antologia da pubblicarsi l'anno venturo in Cina, ma non sarà inclusa nella nuova raccolta che Conte ha in uscita per lo Specchio Mondadori a gennaio p.v. Ieri, intanto, stava a Roma, per consegnare all'immenso Bonnefoy il Premio Pasolini.

 

E nel senso di perdita del proprio corpo, che dà un'angoscia improvvisa, in silenzio al fianco mi si scopre un compagno. Con me, intento e indeciso, si muove tra la ressa, con me guarda nei visi questa gente, con me il misero corpo trascina tra petti che coccarde colmano di vile orgoglio. Poi su me posa lo sguardo.
ppp

 

per prima cosa io amo pasolini ferocemente antiborghese, esplosivamente contro l'universo borghese le sue rappresentazioni i suoi vizi e soprattutto il suo squallore.

 

Ma il Pasolini più attuale è quello di G. Sapelli, Modernizzazione senza sviluppo. Il capitalismo secondo Pasolini., Milano, Bruno Mondadori, 2005. Strepitosa, in particolare, la sezione conclusiva, sull'opposizione all'esistente e il principio-speranza. Sapelli è, come noto, uno fra gli economisti più colti e intelligenti dell'Occidente industrializzato.

 

l'ho proprio ordinato stamattina dal mio spacciatore di libri di fiducia. poi sono arrivato a casa e ho visto l'autore da augias, che inanella una puntatona dietro l'altra.

 

oddio! se pure la Falchi (e Mastella!) fa suo Pasolini, il cannibalismo mediatico del povero PierPaolo e' completo: ci vorranno 30 anni di silenzio per recuperare la sua vera poetica! :-(

 

Freddo piano-sequenza keithjarretthiano?! Suppongo sia un'allusione al film di Moretti. Quella scena è favolosa, un piano-sequenza della madonna, altro che freddo! D'altra parte, de gustibus...

 

mi riferivo a una specie di documentario andato in onda su rai3 qualche settimana fa nel quale per molti minuti non si vedeva altro che la strada inquadrata con in sottofondo the koln concert, evidente rimando al finale del primo episodio di "caro diario" - che anch'io ho trovato favoloso, ma sul quale tuttavia ci sarebbe da riflettere, per quello che ha rappresentato - e poco si faceva conoscere di ppp, il tipico programma che potrebbe essere accusato fare un "santino" anzichè dire qualcosa, far incuriosire e stimolare.

 

Posta un commento

<< Home