domenica, ottobre 09, 2005

 

LU KANT DELLA CHITARRA: ROMANZO ROCCKETTARU (GRANDISSSIMO!!!!) (cit. VMO)

"Dalle tane nascono i fiori."
Gianni Baget Bozzo

"Nella société du spectacle, il Pil è quasi tutto."
Giovanni Choukadarian

Un giocoso kammerspiel al rossese, come al solito sorretto dall'istrionica presenza del critico, sfolgorante macchina attoriale, un Jack Lemmon che non ha lesinato citazioni da Corrado Guzzanti, Karol Wojtila, Renzo Montagnani e Jean Starobinski, il cui unico errore è stato gettare nel gorgo della giustizia italiana il tenutario del blog, abusando dei suoi poteri (addaveni' la separazione delle carriere!) e chiedendo l'impossibile ("spiega cos'è un blog"), per finirlo poi con la correzione della pronuncia di bildungsroman, ignaro del fatto che dalle parti di Tubinga l'accento si usa come proprio dico io. Il meglio l'ha dato però con la testimone chiave del processo: rivolgendosi all'autore ha detto: "Hai trovato una pseudo-ciellina con il corpo di Bo Derek: una scopata al giorno e ti levi il medico di torno. Non è vero, cazzarola?", strappando copiosi applasi, da buon méchant. Da segnalare la presenza nel pubblico di una coppia di stranieri, di sicuro corrispondenti dell'Economist. Ci sono state anche parti serie, con anticipazioni sul premio Tenco e domande all'autore. Nota negativa: la solita satira faziosa che non fa ridere (responsabile: il critico).



Comments:
ti segnalo www.blogdiscount.org

 

Alquanto irrispettoso il post qui sopra, e tuttavia non privo di un talentaccio che, ove opportunamente addomesticato, darà grandi frutti. Si applichi, il giovane proprietario, e renderà felici genitori parenti e amici: vedendo tuttavia di ricordare, ogni tanto, che al mondo esistono gerarchìe entro le quali, per esempio, il Critico non è soggetto a critiche. Con questa non lieve riserva, complimenti di nuovo.

 

no, no: è un omaggio. se fosse stato serio non sarebbe preso sul serio. poi l e citazioni da corrado guzzanti, karol wojtila, renzo montagnani e jean starobinski sono un fatto e la foto qua sopra degna di una copertina di bob dylan.
(ma la critica non è un genere letterario?).

 

Ma perché, con tutti questi nomi e cognomi, non fare anche quello di Elisabetta, miss Autunno A Dolceacqua 2005? Tacendone, beninteso, il cognome - per quanto noto a molti [e non precisare, d'altronde, che la frase è citata dal libro in causa? Si depista non già il critico, che è di suo détournant, non méchant, ma il lettore]. In ogni caso, si sospetta che questo post ingenererà discussioni plurime a venire, anche a partire dall'ultima domanda, cui si può rispondere così: la critica letteraria è la S.r.l. che si occupa di rifiuti umanistici, essendone essa stessa parte, e cospicua. I suoi addetti si chiamano netturbini od operatori ecologici, in fatto.

 

Bella la citazione della "pseudo-ciellina", se non altro perchè essa menziona il confronto, anzi, la forte dicotomia tra due atteggiamenti mentali: uno basato sul cuore ("Io...io mi innamorerei") e uno più propriamente materialista ("Invece io...io prima me la farei!"), degnamente riassunti nel testo de "La faccia delle donne", che gli Stadio e Vasco Rossi scrissero e cantarono per la soundtrack di "Borotalco" del grande Carlo Verdone.
"Dimmi dimmi" piuttosto dove si trovava la satira faziosa nel meeting dolceacquino di ieri pomeriggio... Seppur sconvolto dall'effetto jet-lag milanese, non m'è parso di intravederla tra le parole del critico.
E noto a malincuore come tu non abbia neppure menzionato le impressioni del maestro Coggiola, che vide nascere letteralmente questo libercolo ("Taci, e suona la chitarra!") quando ancora doveva essere inserito nel Mac della redazione Frilli per la prima bozza. Thanks. See you later.

P.S. = I due stranieri vivono a Dolceacqua da alcuni anni e si stanno impegnando non poco (e, oserei dire, con sforzi ammirevoli) per imparare la lingua italiana, e soprattutto per leggere libri italiani.

 

Quanto sono vere le parole del dott.: gloria immensa, sommo onore a Roberto Coggiola, che è mestre de gay saber alla maniera di Leone Traverso a suo tempo cantato da Gino Montale, a sua volta ricordato da Carlo Fava, già vincitore alla Rassegna Tenco (per dire: tout se tient, et bien). Personaggi di questa caratura raro s'incrociano, in Italia e altrove.

 

[ho fatto partire il commento contemporaneamente a quello di silvio ed è sparito. la chat è iniziata].

silvio, waste(land). (le s.r.l. possono emettere titoli obbligazionari).

achille, sull'istat e sul grande tremonti (scherzo!). colpevolmente, non ho ricordato che l'autore della splendida foto in copertina è roberto coggiola. link

 

Non ignoràvasi costì che le s.r.l. possono emettere titoli obbligazionari, anche ai sensi e in forza della recente riforma del diritto societario. Sfugge tuttavia la connessione con la materia del post.

 

Tremonti (o il Guzzanti dell'Ottavo Nano): un uomo un mito.
Ora qualcosa ricordo...
So bene che non potrai seguirmi in tutte le peregrinazioni lungo la Penisola. Ma dopodomani, martedì 11 ottobre, alle ore 18 sarò alla Fnac di Genova per presentare il romanzo, con la partecipazione di Miriana Rebaudo, storica dee-jay di Radio Ponente ed ora di stanza al Mercantile.
Tranquillo, però. Non mi fermo ancora. Sabato prossimo, alle ore 17, ci troverai in azione presso l'ex-Chiesa Anglicana per un "third act", assieme al Chouk, e per un diverso approccio all'opera. A presto.

 

Oops...ex-Chiesa Anglicana di Bordighera, naturalmente.

 

Che l'Istat funzioni modo mentula canum non è opinione mia soltanto, ma pure di manager noti in Europa e altrove, tali per esempio Paolo Donzella, già CEO di BT Italia, Unisys, Elitel, RSL Communications e ora di una società di consulenza per aziende estere che vogliono investire sul non così spregevole mercato italiano (cfr. editoriale di M. Mucchetti su Corriere Economia odierno).

 

Ciao :)

 

achille, è un tour!

silvio, meglio alvi.

esperimento, ciao.

 

Alvi è sempre meglio, però pratica un altro genere letterario. Meglio di lui, e di molto e in ambito consimile, Giulio Sapelli, che però è troppo avanti per la quotidianistica italiana.

 

Caro Diderot, preparati.
Il sommo critico sta preparando una "bomba al neurone" per l'utenza bordigotta che rischia (metaforicamente, obiouvsly) di mandare in frantumi l'Anglicana...
...no, tranquillo, non si tratta delle "bombe di Mosca" di biscardiana memoria, ma di qualcosa di molto più dirompente...

 

la citazione di Baget Gozzo è fantastica

www.francesconardi.it

 

Don Gianni E' fantastico. Di suo, leggere il recente e ancora poco noto Verità dimenticate - vita eterna, anima, escatologia, Milano, Ancora, 2005; perché i Novissimi fanno paura a molti e intanto quasi tutti pensano di poterne parlare (e, facendolo, non sànno di farlo).

 

ohohooooooh ohhoooohoo, mi sto scopando addosso!!!!!
Renzo Montagnani

 

Grandissimo Mel (ma sabato, nell'ex Anglicana, è una cit. che non si può citare, dannazione)

 

achille, il tempio si squarcierà?

F.N., pensa che è presa da repubblica.

 

L'Anglicana è già stata sconsacrata da un bel pezzo! Il tempio si è già squarciato, a furia di urla (quelle di Ugo Pagliai nel suo recente recital poetico), matrimoni civili e quant'altro si trovi e continui ad echeggiare nelle mura di codesto loco.

 

Gli anni mitici del rock duro

di Bruno Monticone
(La Stampa – ed. Liguria – del 12 ottobre 2005)

Gli Anni 80 non sono ancora “mitici” nell’immaginario popolare. Questione di tempo. Ma Achille Maccapani, autore di “Taci, e suona la chitarra! Milano rock Ottanta”, apparso, in questi giorni, nelle librerie, ha offerto un’interessante chiave di lettura di quegli anni. Il suo romanzo, con forti riferimenti biografici – Maccapani, lombardo di origine, oggi, è il direttore generale del comune di Ospedaletti ma in quegli anni era il rampante redattore di una rivista specializzata di musica rock (di cui era e rimane un grande appassionato) – offre, infatti, uno spaccato di quell’epoca vista attraverso l’ambiente musicale di Milano. Non, attenzione, quello delle “major” discografiche o delle hit parade radiotelevisive dell’epoca (chi si ricorda del “supertelegattone” di Ezio Seymandi?), ma quello più underground del rock duro, metallaro, che cercava di farsi strada sgomitando contro un ambiente musicale, ufficiale, restio ad accettare quella generazione di musicisti che non era più quella dell’era-Beatles o dei Led Zeppelin, ma era quella di un rock meno commerciale, rabbioso.
Per chi ama quel tipo di musica, il libro di Maccapani sarà uno splendido revival. Anche perché l’autore – espertissimo in materia – nel raccontare la vicenda degli Hellbound, una heavy metal band, non tralascia proprio nulla raccontando la nascita del gruppo, le canzoni, le incisioni in sala discografica o i concerti con un’attenzione ai particolari musicali e tecnici quasi ai limiti della pignoleria. E a chi quel tipo di musica magari, anche solo per ragioni generazionali, non ha vissuto, il libro – ed è qui un suo grande merito – offrirrà, comunque, una trama avvincente fino all’ultima pagina.
Il racconto di “Taci, e suona la chitarra!” – impreziosito da una intrigante foto di copertina del ventimigliese Roberto Coggiola – si sviluppa nella Milano Anni 80 con escursioni anche a Ventimiglia e Bordighera (uno dei componenti degli Hellbound arriva dalla città di confine). È il racconto della nascita, dei primi anni difficili e, poi, del successo di una “band”. Ma allo scontato lieto fine si sostituisce un finale a sorpresa, inatteso, imprevisto. Una “scheggia impazzita” come dice l’autore stesso in sede di presentazione. Ma, al di là della vicenda, il libro, fin dalla prima pagina, è un atto di accusa contro le leggi, scritte e non scritte, del business musicale. Quello discografico ufficiale, ma anche quello stesso del mondo rock meno commerciale. Dove, in fondo, i meccanismi, pur riveduti e corretti, non sembrano tanto diversi.

 

...ehm...Stampa del 13 ottobre 2005...sorry!

 

tu chiamale se vuoi
recensioni

 

temo di non poter presenziare oggi all'anglicana: naturalmente il blog darà, come direbbe il signor hood, "ospitalità" a chiunque voglia fornire un resoconto di quello che si preannuncia come un incontro interessante. unico vincolo: la citazione in esergo di quel passo delle sacre scritture sul tempio che si squarciò nel mezzo...
:-)

 

Si è citato invece, oltre a Osip Brik, Cechov, Roland Barthes, A. M. Ortese, Ct 4,12. Vedi tu se può bastare (ma altri, che non sono contenuti in questo libro, ovviamente)

 

però...

 

Ma ce n'est qu'un début, beninteso (non è impossibile replica per chosen 'n' happy few at Small Hospitals. Just keep a close watch to yr. neighborhood walls)

 

continuons le combat!

 

Posta un commento

<< Home