sabato, ottobre 15, 2005

 

Jerome Prokosch: "Quando sento la parola cultura tiro fuori il libretto degli assegni"
Fritz Lang: "Per la stessa ragione Goebbels estraeva la rivoltella..."
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L´annuncio di un´ulteriore, rovinosa diminuzione dei finanziamenti pubblici destinati alle attività culturali e alla musica rappresenta l´ennesimo attacco frontale alla cultura da parte di un governo che sembra adoperarsi in tutti i modi contro il suo sviluppo e la sua diffusione, e che da tempo sta dimostrando ai cittadini di voler negare loro ogni diritto all´esperienza musicale. È inaccettabile che i politici non comprendano che la musica è una delle basi fondamentali della vita culturale italiana e un patrimonio essenziale e imprescindibile per la vita di noi tutti.
Da un punto di vista molto personale, posso testimoniare che la musica è stata per me la migliore terapia dopo la malattia di cinque anni fa, e che ha finito per trasformare l´operazione chirurgica che ho dovuto subire in una grande fortuna.
È scientificamente provato che per l´attività quotidiana si usa una sola parte del cervello, e che l´altra parte si sviluppa anche con lo studio e l´ascolto della musica.
È quindi evidente che coloro che intendono infierire sulla musica con tagli massicci alle sovvenzioni appartengono al gruppo di persone che non hanno mai avuto la possibilità di usufruire di quella ricchezza. Probabilmente ignorano quanto Platone sosteneva, e cioè che «la musica fa bene al cuore e all´anima», e anche il pensiero di Nietzsche, il quale diceva che «la vita senza musica non è vita». Lavorare contro la musica, come fanno gli attuali ministri, significa lavorare contro l´educazione, la crescita e la consapevolezza degli individui, e minacciare concretamente il futuro del paese.
Nei giorni scorsi sono stato a Roma per dirigere in una serie di concerti all´Auditorium, su invito dell´Accademia di Santa Cecilia, la Lucerne Festival Orchestra, di cui fanno parte molti strumentisti italiani, da Mario Brunello ad Alessio Allegrini, da Enrico Bronzi ad Antonello Manacorda. So che gli stessi ministri che hanno stabilito o stanno stabilendo quei tagli hanno spesso prenotato posti in platea per i concerti per poi non presentarsi, lasciando le poltrone vuote, nonostante il teatro esaurito. Il che dimostra in quale considerazione tengano il pubblico e quanto sia sviluppata la loro sensibilità all´ascolto musicale.
Vorrei aggiungere che l´annuncio di nuovi, sostanziosi tagli al "Fondo unico dello spettacolo" è solo l´ultimo dei molti, gravissimi episodi che dimostrano l´intento, da parte dell´attuale governo, di uccidere la cultura in ogni forma. Se una volta in Italia si mandava la gente al confino, oggi vige piuttosto un sistema subdolo di esilio: non si è cacciati in modo esplicito, ma la gente che sa pensare, lavorare onestamente e produrre idee nuove, si vede ben presto costretta ad andare altrove. Lo ha fatto Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, allontanato o meglio esiliato in Spagna, paese che, al contrario dell´Italia, gli sta rendendo possibile la prosecuzione delle sue ricerche. Ed è priva di qualsiasi giustificazione la mancata conferma alla Commissione Europea di un economista autorevole come Monti, stimato ovunque, e temuto in quanto persona validissima e onesta. Allo stesso modo molti giovani ricercatori scientifici italiani sono obbligati ad emigrare all´estero per poter portare avanti il loro lavoro.

Claudio Abbado
(da La Repubblica del 14 ottobre 2005)

 

In effetti la citazione godardiana faceva il verso a Goebbels.
(gran film, il Disprezzo, non fosse altro che per la Bardot mai così bella e la villa di Malaparte)

 

per la bardot, per capri e, nella versione francese, per gli archi di delerue.

 

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